Minibond e investitori istituzionali

Minibond

Incontro tra imprenditori, assicurazioni e fondi pensione sul campo dei minibond.

Il convegno tenuto presso confindustria a Roma il 4 marzo 2014 sul tema dei minibond, ha consentito un primo confronto tra imprese che hanno bisogno di forme di finanziamento alternative rispetto al debito bancario e investitori istituzionali che nella propria missione hanno l'attività di investimento delle somme ricevute in anticipo rispetto ai danni - per le assicurazioni - o delle quote di contributi ricevute in gestione - per i fondi pensione.

In un momento in cui il sistema bancario e' in ritirata, a causa sia di una massa imponente di crediti in sofferenza - oltre 150 miliardi - sia di norme di erogazione del credito più restrittive per effetto delle norme di Basilea, i minibond possono diventare una forma alternativa di finanziamento per le imprese ma anche una alternativa di investimento nell'ambito della asset allocation di questi soggetti.

Assicurazioni e fondi pensione lamentano tuttavia la loro difficoltá nella valutazione del merito del credito dei soggetti che richiedono i finanziamenti e necessitano quindi del supporto di soggetti specializzati nella valutazione in oggetto.

Una serie di fondi dedicati ai minibond sono nati recentemente e sono per lo piu in fase di raccolta dei capitali, con l'obiettivo di investire i fondi raccolti da investitori istituzionali in questi strumenti emessi, sotto la loro regia dalla piccola e media impresa.

Le PMI, ma anche imprese di dimensioni maggiori ma non ancora quotate in borsa, possono avvalersi dell'opportunità di emettere titoli del genere, da quotare eventualmente presso il mercato ExtraMot-PRO destinato agli investitori istituzionali.

Un mercato ancora molto giovane quello dei minibond ma, visti gli interessi speculari degli imprenditori e di alcuni investitori istituzionali, con il potenziale di ridurre sul serio la dipendenza delle imprese italiane dal sistema bancario.

L'impresa che decidesse di emettere minibond potrebbe: 

- beneficiare della deducibilità degli interessi passivi in misura analoga a quella consentita  alle società quotate, 

- aumentare l anzianita' media del proprio debito, un altra criticita' dell'impresa italiana e' infatti l'eccessiva esposizione delle aziende verso finanziamenti a breve, 

- ridurre la propria posizione debitoria in centrale rischi, il debito privato non e' ricompreso nel debito monitorato dalla centrale, 

- diversificare le fonti di finanziamento, e contemporaneamente mostrare all'esterno una maggiore affidabilità' e trasparenza pur non essendo quotata. 

L'altra faccia della medaglia mostra un costo medio di questa forma di debito ancora abbastanza elevato (si sono registrate emissioni intorno al 6%, forse anche a causa ancora di un certo scetticismo verso lo strumento), il costo dei consulenti dell'operazione e della emissione e mantenimento del rating insieme ad alcuni adempimenti seppur ridotti rispetto alla quotazione in borsa.